Ci sono momenti della storia che ti fanno vergognare di appartenere a questa umanità.
Possiamo accontentarci, pensando di stare, almeno questa volta, dalla parte giusta.
Ma a me non interessa stare dalla parte giusta. A me interessa essere uomo.
Se ci sono momenti in cui vergognarsi di appartenere a questa umanità, questo è uno di quei momenti.
Je suis un homme / Sono un uomo / Soy un hombre / I am a human being / Ich bin ein Mensch / Une jam njeri
Dovremmo ripetercelo sempre: alla prima persona (sono un uomo) e continuamente chiederci “sono ancora, davvero un uomo? o in cosa mi sto trasformando?”; ed alla seconda persona, guardano l’altro negli occhi (sei un uomo, come me). Se il sostantivo per il nostro assurdo oggi è ‘vergogna’, l’aggettivo per l’uso dei bambini per l’estrema violenza è ‘diabolico’: diabolico, demoniaco come solo un uomo sa essere.
Giovanni Villone