meditazioni

A quanto lo vendi questo pane? Sulla fame della gente a nessuno è lecito speculare!

Meditazione

per la Solennità

del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

(Anno A)

18 giugno 2017

Gv 6,51-58

 

La comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna.

Dalla liturgia

 

La vita è un cammino per cercare qualcosa, qualcosa che ci attrae, ma che spesso rimane misterioso. E per cercare ci mettiamo in viaggio. Partiamo come Ulisse o come Frodo. Ogni viaggio è rischioso, ma  è l’unico modo per vivere!

 

Anche la Bibbia ci presenta spesso la vita come un viaggio ed è un viaggio che inevitabilmente deve passare attraverso il deserto. Un deserto che sembra non finire mai, un deserto che dura quarant’anni, un deserto nel quale Israele sperimenta la fame. Ma è attraverso questa esperienza che Israele impara a fidarsi di Dio, impara a scoprire che il pane non si conquista, la vita non si possiede. Come Dio aveva donato all’uomo il giardino e i frutti di ogni albero, così in Gesù continua a donare quello che serve per vivere: prendete e mangiatene tutti!

 

La Chiesa è stata chiamata a custodire questo pane che dà vita, eppure molto spesso la Chiesa diventa il luogo dove questo pane è nascosto e reso inaccessibile.

monaco con chiavi

Là dove la Chiesa dà scandalo, viene costruito un muro tra il popolo e il pane.

La Chiesa è l’unico luogo in cui questo pane può essere trovato, ma è altresì vero che la Chiesa è l’unico luogo in cui questo dono può essere occultato.

 

La Chiesa è il luogo della solidarietà, dove il pane può essere diviso. Non la Chiesa dei documenti e delle interviste, ma la Chiesa reale, quella che si incontra non un giorno, ma nell’ordinarietà della povertà e dei conflitti.

Dove c’è una Chiesa che toglie il pane ai suoi fedeli, là vi è peccato.

mangiare solidarietà

Il pane affidato alla Chiesa, il corpo di Cristo, è pane gratuito dato a tutti, non può essere un pane barattato per i propri interessi. Su questo pane non si può fare commercio. Non si può togliere il pane a un figlio solo per darlo a un altro. Sul corpo di Cristo non si possono fare affari. La Chiesa torna talvolta a gettare le sorti sulla tunica di Cristo.

La Chiesa è il luogo dove chi è chiamato a essere padre distribuisce il pane ai figli senza fare preferenza di persone. Un padre che lascia morire un figlio per ingozzarne un altro non è un padre ma un assassino.

poveri nel medioevo

Il pane che la Chiesa è chiamata a distribuire è il pane vero non il pane della menzogna e della denigrazione.

Ai tuoi figli che camminano nel deserto, tu, Chiesa, quale pane stai distribuendo?

 

Chi crede di essere sazio, si chieda quale pane ha mangiato. Forse è lo stesso pane che mangiarono i padri e morirono. Sono i sazi che oggi deridono chi aspetta il pane vero, deridono chi continua a fidarsi nell’attesa di ricevere il pane come dono, deridono chi non ha mai pensato che il corpo di Cristo sia una conquista.

Baratto-per-pagare-le-tasse-al-via-la-fase-di-attuazione

Il pane di Cristo è il pane dei poveri, dei semplici, degli umili. Non è il pane dello stratega, del perverso e del narcisista.

 

A te, Chiesa, è affidato il compito di distribuire il pane che dà vita, ma a volte dalle tue mani cade il pane del Nemico che sazia l’istinto, copre i vuoti dello stomaco, e intanto avvelena l’anima fino a portare alla perdizione chi lo ha venduto.

I tuoi figli hanno fame. Tutti. Senza distinzione. Torna ad essere madre. Torna a donare padri che non siano mercanti. Quel pane non è tuo, ma senza di te siamo condannati a morire di fame.

 

 

Leggersi dentro

–          Qual è la tua immagine di Chiesa?

–          Di cosa hai fame in questo momento del tuo viaggio?

9 commenti

  1. Grazie, ma non basta!
    A un futuro novello sacerdote, chiesi come si sarebbe comportato nei confronti di una persona irreligiosa e affamata, quale sarebbe stato il suo primo atto, parlare di Cristo o dargli da mangiare prima ? istintivamente rispose parlare di Cristo, ma subito si corresse : ” dargli prima da mangiare “.
    Credo che questo sia una buona cosa.
    Quando fu eletto Papà Francesco mi trovavo nella sacrestia della mia parrocchia davanti ad un piccolo televisore, ed esclamai : ” perchè un gesuita Papa ?! ” uno mi guardò in maniera esterefatta l’altra, nell’andare via disse che mancavo di sensibilità.
    Allora mi si chiede un’immagine della Chiesa o come La vorrei ?
    Che lo Spirito Santo mi perdoni forse bisognerebbe chiederlo a Lui,
    o forse trovare qualche piccola traccia nel Vangelo.
    Di cosa ho fame ? di Carità, non di elemosina.
    Forse è opportuno chiarire questi due termini, ma credo di non ricevere risposta esauriente, e scusate se qualche volta mi arrabbio.
    Sempre con affetto

  2. Restituire. Elemosina significa dare le cose che mancano a qualcuno che è vicino. La Bibbia ci fa da specchio. Silenzio e passività. Davanti all’opera d’Arte abituati a mettersi da protagonisti, davanti alle Scritture lasciarsi leggere, abbassare le difese. Re Davide peccato di superficialità, Betsabea…
    Il Profeta Natan gli racconta una storia e Davide reagisce. Dinamiche nelle quali riconoscersi senza sentirsi giudicati. Agostino : “sono un mistero a me stesso”. Sirofenicia? Recalcati ne l’ora di lezione parla di evaporazione della figura del padre, del maestro. Metanoite significa cambiate modo di pensare. Tertulliano : è la carne che viene lavata…Ad Oriente mitezza, ad Occidente aspetto ansiogeno. Levinas : vulnerabilità che ci appartiene (l’uno di fronte all’altro). Sinodo…Grazie

  3. un immenso “grazie” per la chiarezza, la schiettezza e la semplicità di queste meditazioni che aiutano a comprendere la Parola nel significato più autentico, per i cristiani di oggi

  4. Di pace… Il cammino in questo deserto è faticoso oltre che lungo… ogni volta che si cade ti senti cedere, di non aver la forza di rialzarti, immaginando che ogni sforzo non abbia utilità… si ha bisogno degli altri, della solidarietà, di chi ti vuol bene, di pensare a tutto ciò per trovar lo stimolo… ogni volta diventa sempre più difficile… è di pace che vorrei saziarmi, liberandomi di quell’angoscia di poter cadere e dover sforzarmi a risollevarmi… un giorno, accadrà, le forze finiranno

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