meditazioni

La fatica di vivere

Meditazione per la

Tredicesima domenica del T.O. anno B

27 giugno 2021

Sap 1,13-15; 2,23-24   Sal 29   2Cor 8,7.9.13-15   Mc 5,21-43

«Era vero: quelli spingono, questa invece lo ha solo toccato. Molti dunque opprimono molestamente il corpo di Cristo,

solo pochi lo toccano salutarmente».

Sant’Agostino, Discorso 77, 4.6

La fatica di vivere

Vivere non è sempre facile. Passare all’altra riva del lago può spaventarci. Non sempre abbiamo il coraggio di affrontare le tempeste, non sempre crediamo nelle nostre capacità di superare gli ostacoli e fronteggiare le onde. E allora proviamo ad addormentarci pensando che al risveglio le cose saranno cambiate. Il sonno è talvolta un modo per illuderci, come se fosse possibile evitare la fatica di vivere. Ci sono però anche situazioni che ci travolgono e che non riusciamo più a gestire: la vita passa, scorre, ma non riusciamo ad afferrarla. Magari sono gli altri a dirci cosa fare, mentre noi non riusciamo mai a diventare protagonisti della nostra vita.

Dall’inizio alla fine

Le due figure femminili che ci vengono presentate nel Vangelo di questa domenica rappresentano due storie che si intrecciano, proprio perché hanno a che fare con la fatica di vivere. Due donne accomunate tra l’altro dal numero dodici, che rappresenta un tempo compiuto, un periodo significativo: la fanciulla ha dodici anni, la donna ha perdite di sangue da dodici anni. Sembrano quasi un unico personaggio, segnando l’intero arco della vita, dalla fanciullezza all’età adulta: in ogni momento possiamo smarrire la possibilità di vivere in pienezza la nostra vita.

Riprendersi la vita

L’emorroissa sembra bloccata più per il giudizio degli altri che per la sua situazione fisica. Il sangue è per un ebreo la fonte della vita. Questo sangue, come la vita, scorre e non è possibile fermarlo. È una morte lenta e progressiva. Ma questa condizione la rende impura agli occhi degli altri: è costretta a vivere isolata, perché entrare in contatto con lei, che perde sangue, vuol dire diventare impuri.

Tutti le dicono cosa fare. Qui i medici rappresentano evidentemente coloro che prescrivono ricette per gli altri: fanno diagnosi, mettono etichette, somministrano soluzioni. Eppure il testo ci informa che sono proprio queste prescrizioni che rendono peggiore la sua condizione. Anzi, questi consigli non sono gratuiti, ma hanno un prezzo. E questa donna sta perdendo così tutti i suoi averi, praticamente sta perdendo se stessa, si sta svuotando, perché non decide più della sua vita.

È significativo allora che il momento in cui guarisce è quello in cui strappa la ricetta che gli altri hanno scritto per lei: questa donna guarisce quando, contravvenendo al divieto di rimanere isolata, tocca il mantello di Gesù, anzi il lembo di quel mantello, quasi furtivamente, cercando di non essere vista. Questa donna ha imparato a sua spese a essere discreta, ma ha anche mantenuto la sua fiducia in Dio: sa che Dio può tutto!

Un esempio di padre

Questa storia si intreccia però con quella di una ragazzina, il cui padre ha chiesto aiuto a Gesù. È un padre autentico, perché pur non sapendo interpretare il sonno di sua figlia, non è rimasto lì a lamentarsi o a litigare, ma è uscito per andare a cercare aiuto. Si è fatto voce per sua figlia. È un padre che sa aspettare: solo chi si fida di Dio non si lascia prendere dalla paura che sia troppo tardi.

Rimettersi in piedi

Questa fanciulla può ricordaci tanti ragazzini e adolescenti che fanno fatica a vivere, anzi che a volte rinunciano addirittura a vivere. Si addormentano e sembrano morti. Eppure non lo sono, forse aspettano solo qualcuno che si avvicini e dia loro fiducia. Gesù infatti qui è l’adulto che incoraggia. Prende per mano questa ragazzina, entra in contatto con lei, non resta distante. Dall’emorroissa era stato toccato, ora è lui che tocca questa fanciulla.   

Gesù la invita ad alzarsi: ha dodici anni, non può non camminare. È come se Gesù riconoscesse le sue risorse e le sue forze. È come se le dicesse che crede nelle sue capacità. Può rimettersi in piedi. E infatti la fanciulla si alza e i genitori sono invitati a nutrirla per sostenerla nel suo cammino.

Tutti noi attraversiamo situazioni di scoraggiamento, momenti in cui abbiamo paura di vivere o temiamo di non farcela ad affrontare le situazioni difficili e complicate che abbiamo davanti. In Gesù possiamo trovare la forza per riprendere in mano la nostra vita e per rimetterci in piedi, in lui possiamo ritornare a vivere.

Leggersi dentro

  • Dove hai trovato la forza per affrontare i momenti faticosi della vita?
  • In che modo Gesù ti sta aiutando a rimetterti in piedi?

2 commenti

  1. Toccare il Signore ed essere toccati da lui e’ un’esperienza indimenticabile. Nota solo a pochi. Forse ai suoi ministri? Ma quello che per prima cosa ci dovrebbe stupire è la sua volontà di salvarci sempre e comunque. Al di là di tutto gli steccati. Anche se per la malignità del demonio siamo ammalati sempre e comunque.

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