meditazioni

Pensavo fosse un pioppo e invece erano albicocche. La pazienza di ricominciare a seminare

Meditazione sul Vangelo

dell’XI domenica del T.O. anno B

17 giugno 2018

Mc 4,26-34

 

«Vivere è l’infinita pazienza di ricominciare»

Ermes Ronchi

 

Qualche giorno fa ascoltavo il dialogo tra don Massimo e sua mamma a proposito della campagna e delle viti. Nella mia ignoranza, molte cose mi sono rimaste oscure, ma mi ha colpito un dettaglio: bisogna aspettare per sapere se l’uva sarà adatta per un vino buono.

Anche nella campagna della mia vita, quest’anno è accaduto un po’ così. Ho gettato il seme, mi sono svegliato di buon mattino per andare a zappare la terra, ho cercato di togliere le erbacce, ma alla fine il frutto non era quello che mi aspettavo.
attesa del contadino

Avviene proprio come con il seme, non siamo mai sicuri di quello che diventerà. È un’esperienza che i genitori vivono sempre con i propri figli: ci sono attese, speranze, a volte anche pregiudizi, eppure i figli in qualche modo ci meravigliano sempre. È la vita che non possiamo controllare, è la vita di cui non possiamo mai decidere in partenza.

Può darsi anche che all’inizio abbiamo seminato un seme buono, ma nel frattempo può esserci la grandine, possono passare gli animali che divorano le piantine, può darsi anche che la siccità impedisca alla pianta di ricevere l’acqua necessaria. Eppure il seme che avevamo provato a piantare era buono.

seminatore

Come dice Gesù, a noi spettano solo due momenti: il primo in cui gettiamo il seme e l’ultimo, quello in cui mettiamo mano alla falce, ma in mezzo c’è l’imprevisto, la libertà e la sorpresa. Ed è così per ogni nostra azione, per ogni nostro gesto. La vita sta sempre dentro un mare di indeterminatezza.

D’altra parte quello che possiamo piantare è sempre poco. Il bene che possiamo fare ci appare sempre inadeguato, se è veramente bene. L’amore vero ha sempre il sapore dell’inadeguatezza, perché in amore si desidera dare sempre di più.

semina

L’amore ci sembra sempre un seme piccolissimo come un granello di senape. Ma non importa, i frutti che porterà li conosce solo Dio. Forse, quando l’albero sarà cresciuto al punto da dare ombra ad altri, noi non ci saremo più.

L’amore semina e attende, nella consapevolezza che è Dio che fa crescere. Le pretese e le paure rischiano di bruciare la pianta. È dal contadino che impariamo non solo la pazienza, ma anche la fiducia di ricominciare quando il raccolto non sarà stato quello che ci aspettavamo.

 

Leggersi dentro

–          Riesci ad accogliere i momenti deludenti e infruttuosi della vita?

–          Ti fidi di Dio dopo aver seminato e mentre attendi il frutto?

6 commenti

  1. Tempo al tempo. Ci vuole sempre pazienza e mordersi la lingua prima di esprimere giudizi perentori. Si dice che il tempo aiuti ad appianare alcuni tratti spinosi. Bisogna lasciare che le cose vadano come devono andare. Ad ognuno la sua parte. Non possiamo assumerci le responsabilita’ che toccano agli altri. Non si tratta di controllare. Molliamo gli ormeggi.

  2. Non penso sia proprio così… da quando piantiamo il seme a quando raccoglieremo troppo posdiamo fare…. curare la pianta, innaffiarla, togliere le erbacce, Curarla insomma….

    1. Possiamo fare tante cose belle ma il risultato non dipende automaticamente è solo da noi. La vita non è una bottiglia di coca cola che esce da un distributore quando inserisci la monetina

  3. Mi dispiace molto, professore che Tu sia così profondamente deluso.
    Qualcuno, in tempi ormai passati, diceva : “la teoria deve essere edificata sopra bona pratica”. Anni fa, oggi, servo di Dio Don Agostino Cozzolino diceva ad un ragazzino : ” Gennarì vai a casa di quella signora sola e allettata e fagli la spesa ! ”
    Quindi non Ti crucciare, la Tua opera è più grande di quella che Tu possa pensare

    COME SEMPRE UN ABBRACCIO

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