meditazioni

Le buone ragioni dell’economia. Non vediamo altro che la nostra fame

 

Meditazione sul Vangelo

della XVII domenica del T.O. Anno B

29 luglio 2018

Gv 6,1-15

Dicono che chi è sazio non possa capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.

Dostoevskij

Tutti abbiamo fame e cerchiamo qualcosa che possa nutrirci. Abbiamo fame di affetto, fame di relazioni, abbiamo fame di cose vere.

Nasciamo con un naturale istinto che ci protende verso il cibo, è un istinto di sopravvivenza, una ricerca di vita.

Diventiamo grandi e continuiamo a cercare quello che può nutrirci. A volte ci capita di fare indigestione, a volte troviamo cibi scaduti, a volte rimaniamo senza mangiare.

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Il Vangelo di questa domenica ci invita a contemplare un’umanità affamata. Siamo noi. E non c’è nessuna differenza tra questa gente. Tutti hanno fame. Forse non sanno e non sappiamo neppure bene di che cosa. Questa gente che segue Gesù vuole semplicemente vivere.

Quando hai fame, pensi prima di tutto a te stesso. È difficile fermarsi ad accorgersi della fame degli altri.

Gesù ci chiede invece di fermarci a considerare la fame degli altri: di cosa hanno bisogno quelli che stanno davanti a lui. Gesù ci chiede un esercizio di decentramento. Ci propone di non rimanere fissati sulla nostra fame.

Davanti a questa proposta, Filippo e Andrea reagiscono. Sì difendono dietro la logica, dietro le buone ragione, dietro l’evidenza dell’economia. Non è possibile dare una risposta alla fame degli altri, non abbiamo le risorse necessarie, non siamo in grado di sfamare il bisogno degli altri.

Gesù ci chiede di provare ad andare oltre quella logica delle buone ragioni. E ci propone di entrare nella logica della condivisione. Il miracolo accade solo quando i discepoli sono disposti ad abbandonare i verbi del possedere e accettano di usare il verbo del dare. In questo testo del Vangelo di Giovanni, Gesù non moltiplica e non divide, chiede semplicemente di dare.

E Filippo e Andrea si accorgeranno che la loro stessa fame trova risposta nel momento in cui si occupano della fame degli altri e condividono quello che hanno. Rimanere concentrati solo sul nostro bisogno non ci aiuta a risolvere i problemi.

Quando la vita ci sembra un deserto senza speranza, Gesù ci fa rinascere: questo popolo che lo segue non deve più attraversare il deserto come israele, ma può sostare nei pascoli erbosi che Gesù ha preparato.

Il rischio, da quel momento in poi, come capita nella vita spirituale, è quello di cercare solo il pane, le consolazioni, la risposta alla nostra fame. Gesù cercava invece una relazione a partire da quella condivisione. Se lo cerchiamo solo per quella consolazione, Gesù si ritrae. Ci spinge a guardare oltre la nostra fame. Come lo sposo del Cantico dei Cantici, Gesù vuole essere cercato.

Leggersi dentro

  1. Di cosa hai fame in questo momento della tua vita?
  2. Ti sei accorto della fame di quello che ti stanno accanto?

8 commenti

  1. È proprio vero che siamo portati a soddisfare ogni nostra ” fame” senza accorgersi a volte, che anche il fratello o la mia sorella hanno la stessa fame…decentrarsi è l’ unico modo per essere saziati di gioia nel servire e soddisfare la fame dei fratelli. Più doni, più sarai saziato…grazie Padre Gaetano.

  2. Arriva il momento dell’intercomunicabilità, atto del principio dei vasi comunicanti. E’ l’elasticità cui abbiamo dotato il nostro trampolino che permette lo slancio e il valore della protensione verso l’altro. Quanti adottano un bimbo o un cane e in breve lo riabbandonano? Studiare per riempire il proprio vuoto, migliorare le proprie debolezze constantemente, le azioni che seguiranno in prima si condivideranno e l’agire avrà la fluidità e l’incidenza del necessario sostegno.

  3. In questo momento della mia vita ho fame di giustizia e verità. Nella vita civile e personale..
    Quante persone ci passano accanto e non riusciamo a condividere il pezzo di terra che il Signore ci ha prestato e soprattutto il nostro cuore! Il Signore ci chiede di imparare ad amare,,,,

  4. Credo che il primo bisogno dell’uomo sia la relazione con Dio e con il fratello. Ci si nutre dell’amore per l’altro. Non servono altri sofismi.

  5. In situazioni ove il collante dell’organizzazione sociale, nel momento, è l’economia gestita dalla dittatura del denaro, l’aiuto che richiedono situazioni in difficoltà e sofferenza, ad ascoltatori sordi all’intervento per umanità, potrebbe iniziare solo dopo la dimostrazione di un ritorno economico.
    E’ un agire forse sofista esporre intenzioni diverse dal sentire, ma se solo così puoi aiutare ciò che ti sta a cuore, si è in errore?

  6. Grazie padre Gaetano,queste sue meditazioni sono bellissime.Queste del mese di luglio lo sono in particolare. Senza saperlo lei ha colto nel segno della mia vita. Davvero meravigliosi.
    Adesso una mia riflessione su questo brano.
    Non dobbiamo fare l’errore di dimenticare chi soffre per la mancanza di cibo e acqua. Io non devo farlo. Tuttavia anche io sono affamata. Penso che ci sia una fame che abbiamo tutti (anche coloro che hanno da mangiare): la fame di amore . La mancanza di rispetto e amore per la vita sta distruggendo il mondo intero e ci sta lasciando sazi di avidità e molto affamati di amore.

  7. Grazie per gli auguri !

    Distesa estate,
    stagione dei densi climi,
    dei grandi mattini,
    dell’albe senza rumore –

    ci si risveglia come in un acquario –

    … Mammia che caldo !

    Beati Voi che siete al fresco.

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