meditazioni

Forse ho sbagliato strada. Perché non troviamo quello che cerchiamo

Meditazione sul Vangelo

della XVIII domenica T.O. Anno B

5 agosto 2018

Gv 6,24-35

Tu eri dentro di me, e io fuori.

E là ti cercavo.

Agostino

C’è una favola che Agostino ha inventato quando era giovane per descrivere gli ostacoli che aveva incontrato nella sua ricerca della verità. Questa favola racconta di Filocalia (amore della bellezza) e di Filosofia (amore della sapienza) che Agostino immagina come due sorelle che volano nel cielo alla ricerca dell’oggetto del loro desiderio. Filocalia resta però intrappolata nel viscum libidinis, cioè rimane intrappolata nella bellezza delle cose sensibili, che le impediscono di continuare a volare. Filocalia è addirittura deformata dalle cose a cui si è incollata. Solo Filosofia riuscirà a liberarla e a portarla al di là di un’attrazione superficiale delle cose del mondo. 

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Chissà qual è il nostro vero nome! Chissà cosa cerchiamo veramente. Forse siamo rimasti anche noi intrappolati nella nostra ricerca, forse non riusciamo più a muoverci e abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a riprendere il nostro volo.

Questo passo del Vangelo di Giovanni ci parla di persone che cercano. Si mettono in cammino perché c’è qualcosa che le attrae nella persona di Gesù. Non sanno ancora con precisione di cosa si tratti, ma intanto si sono messe in cammino.

Vanno a cercare Gesù a Cafarnao, il luogo sprofondato, che spesso nei Vangeli indica gli abissi, i luoghi della nostra miseria. Negli altri Vangeli però è Gesù che va a cercare l’uomo negli abissi di Cafarnao, Giovanni invece capovolge la prospettiva: Gesù addirittura ci precede in quei luoghi. Gesù si fa trovare propria là dove sperimentiamo il fallimento e la vergogna. 

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La gente è meravigliata di trovare Gesù in quei luoghi e si chiede come ci sia arrivato.

Anche qui, Giovanni ci aiuta a comprendere l’identità di Gesù: egli infatti ha attraversato il mare. Se il mare è l’immagine della morte, andare al di là del mare vuol dire vincere la morte, superarla. Gesù trionfa sulle acque pericolose e infide del mare. Colui che ci aspetta negli abissi di Cafarnao è il Risorto, vincitore della morte.

Arriva così il momento nel quale Gesù ci rivolge la domanda fondamentale per crescere nella relazione con lui: perché lo stiamo cercando? Cosa ci aspettiamo da lui?

Gesù ci invita a rileggere i motivi della nostra fede, le ragioni che ci hanno spinto nel nostro cammino spirituale. Spesso rimaniamo delusi perché le motivazioni del nostro viaggio erano diverse, ambigue, nascoste. Forse cercavamo solo il pane, volevamo essere consolati, cercavamo un po’ di speranza. E il rischio è di fermarsi lì, di rimanere intrappolati, come Filocalia, nelle cose belle, ma parziali, temporanee, provvisorie. E il rischio è di vivere tutto il cammino spirituale nella ricerca di una consolazione in più, accusando Dio quando non si lascia trovare.

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Ma il pane è soltanto il cibo necessario per affrontare il cammino, la meta è altrove. Gesù vuole condurci alla relazione con lui, vuole portarci a credere in lui, a riconoscere che non c’è altro che possa soddisfare la nostra ricerca se non la relazione con lui. Tutto il resto è parziale e provvisorio.

In fondo anche se non lo sappiamo, anche se non lo abbiamo capito ancora, quello che cerchiamo è Gesù.

È lo stesso Agostino a offrirci, all’inizio delle Confessioni, un’altra splendida immagine degli ostacoli e degli inganni che possiamo incontrare nella nostra ricerca: 

Tardi ti ho amato,

bellezza così antica e così nuova,

tardi ti ho amato.

Tu eri dentro di me, e io fuori.

E là ti cercavo.

Deforme, mi gettavo

sulle belle forme delle tue creature.

Tu eri con me, ma io non ero con te.

Mi tenevano lontano da te

quelle creature che non esisterebbero

se non esistessero in te.

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Leggersi dentro

  • Cosa stai cercando in questo momento della tua vita?
  • Dove pensi di trovare quello che cerchi?

13 commenti

  1. Vorrei semplicemente ringraziare perché ho capito che sto cercando in Gesù solo un po’ di speranza, di consolazione, anche se Gli chiedo il dono della fede. Credo di essere tra quella folla di Cafarnao che Lo segue per ottenere “il pane” e non capisco che l’amore di Gesù invece mi ha già preceduto e mi aspetta. Quando riuscirò a trovare quello slancio di fiducia e di amore per gettarmi nelle Sue braccia?

    1. Sappia che quello slancio Dio lo ha già messo nel suo cuore. Continui a leggere gli scritti e i libri di padre Gaetano Piccolo. Inoltre, le consiglio un libro (non si faccia scoraggiare dalle numerose pagine né dal prezzo, lo compri e lo legga come sto facendo io): “Guida del gesuita… A quasi tutto . Una spiritualità per la vita concreta ” Edizioni San Paolo. L’autore è un prete gesuita come padre Gaetano, si chiama James Martin. (Questo consiglio non per spam o pubblicità, ma con affetto perché da Ignazio di Loyola si impara moltissimo).

  2. Cerco la pace con le persone e con.me stessa.
    Ma è difficile, so che la troverò solo in lui.

  3. Come non farsi prendere dallo sconforto quando ti accorgi che chi ami si nutre del tuo amore senza alimentarlo, ma avversandoti e ribellandosi a ciò che proponi. La logica dell’amore “a tre” che oggi ci viene proposta mi impaurisce…..mi rimanda un’immagine sbagliata del mio amare. Sono certa che solo il Signore può amarmi veramente, ma ho bisogno di conforto e sostegno di chi mi stacvicino. Signore, insegnami a chiederlo, senza pretenderlo.

      1. Padre Gaetano, lei che è un gesuita lo sa meglio di me. Dio ha creato ognuno di noi come una meraviglia. Dio è in tutte le cose e in tutti gli uomini.

    1. Caro Antonello non si scoraggi e continui a cercare. Come le ha scritto p. Gaetano , Gesù la sta già cercando. Io pure cercavo come lei, ma è Dio che è arrivato da me. Leggere la Bibbia mi è stato d’aiuto per incontrare Dio. Legga ogni giorno qualche brano biblico. È molto utile leggere qualcosa di scrittori cristiani. Può leggere i libri di padre Gaetano, di James Martin.

  4. Per fortuna Dio agisce in me a prescindere da me. In questo mondo che strumentalizza l’umanita’ per condurla al massacro, lui mi fa rimanere costante nei suoi Valori.

  5. Dalla stanza prigione ove la porta è spalancata, sono in attesa dell’interprete che quieti gli affanni: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”. Per raggiungere la soglia mi accompagna, mi deve accompagnare, altrimenti come inizio a diradare la nebbia? Mentre il Maestro mi istruisce raggiungiamo la soglia. Un piede nella luce e mi lascia davanti a una strada in salita, nel tascapane gli insegnamenti ricevuti. La salita è frequentata da acute e aspiranti “Sirene”, ti seguono mezzo passo continuo indietro e con ammaliante canto invitano nella facile discesa. Avere la forza di respingere l’interferenza che guida nel facile e immaturo immediato.
    Se, per debolezza ritornerò all’interno, spero al limite della soglia, il Maestro tornerà a incoraggiarmi? Se non li avrò smarriti, avrò la forza, nella fragilità, di riaffermare i Suoi latenti insegnamenti?

  6. Sto cercando cosa devo farmene della mia vita, la volontà di Dio nella mia vita. Anche voi gesuiti con i vostri scritti mi state aiutando. La meditazione di padre Gaetano è più preziosa dell’oro, di molto oro fino ( parafrasando il celebre salmo). Inoltre anche i 2 libri usciti in Italia di padre James Martin mi stanno aiutando. So che sono preziosa per Dio,che mi ha creata una meraviglia. Nessuno può ostacolare la mia ricerca. Dio ha già messo nel mio cuore tanta felicità.

  7. Un grazie iniziale a padre Gaetano, un amico oramai da molte settimane, grazie alla benevola fruizione del web!
    Grazie perché finalmente ho trovato spunto per le mie riflessioni e l’argomento così esposto di oggi lo sento molto mio.
    Io penso di chiamarmi Filocasofia, perché sono legata alle cose terrene poiché generate da Dio, me ne prendo cura e resto estasiata difronte a tanta bellezza, tanta perfezione e penso che tutta la natura sia un piccolo anticipo di ciò che sarà la vita eterna. Amare il mondo in cui viviamo e tutto ciò che ci sta sopra e dentro è la prima dimostrazione di riconoscenza a colui che ci ha creati, vivere però nella consapevolezza di essere pronti a lasciare tutto in ordine, così come ci è stato concesso questo meraviglioso dono. Il rapporto con Gesù è molto più semplice di come ce lo immaginiamo, semplice ma non facile perché il prezzo più caro per noi è la rinuncia alla quale non sappiano sottrarci, ma Gesù è speranza e perdono e con Lui vicino c’è la faremo! Grazie e buona giornata a tutti

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