meditazioni

Non pervenuto. E se Dio ci avesse dimenticato?

Meditazione per la

Quarta domenica di Avvento anno B

20 dicembre 2020

2Sam 7,1-5.8-12.14.16   Sal 88   Rm 16,25-27   Lc 1,26-38

«E il Verbo si congiunge alla carne,

e il Verbo si unisce alla carne;

ed il talamo di questo così grande connubio

è il tuo grembo».

Sant’Agostino, Sermo 291, 5-6

Da chi dipende la storia?

I carrieristi, gli ambiziosi o quelli che forse potremmo chiamare semplicemente intraprendenti sono convinti che il corso della storia dipenda da loro. Sono figli di quella cultura latina che affida alle mani di ciascuno il proprio destino: «ognuno è artefice della propria fortuna».

Forse persino il Re Davide a un certo punto si era convinto che il futuro fosse nella sue mani: nonostante fosse stato raccolto da Dio mentre pascolava il gregge, quando era semplicemente un fanciullo, nelle cui qualità non credeva neppure suo padre Iesse, si sente responsabile addirittura dell’incolumità di Dio. Vuole costruirgli una dimora, chiuderlo dentro una custodia, per proteggere l’Arca della sua presenza. Davide si sente forse anche in colpa di aver beneficiato della protezione di Dio senza aver ricambiato adeguatamente.

Come avviene sempre nella storia, il favore degli eventi, soprattutto quando inspiegabile e immeritato, genera deliri di onnipotenza fino a credere di poter autonomamente manipolare la realtà. Ma, come è accaduto a Davide, primo o poi siamo riportati alla verità delle cose.

Dio Signore della storia

È proprio in questo contrasto con la figura di Davide che l’evangelista Luca ci aiuta, attraverso Maria, a comprendere il modo in cui Dio guida la storia. A differenza di Davide che si ritiene presuntuosamente responsabile perfino del destino di Dio, Maria è colei che invece si mette a disposizione di Dio e lascia che sia Lui il protagonista della storia: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Maria mette la sua vita nelle mani di Dio.

Proprio perché Dio è il Signore della storia, Egli delude i pregiudizi degli uomini. La sua Parola arriva e opera dove sembra impossibile e insolito: il suo messaggio viene mandato a Nazaret, città quasi sconosciuta, da dove sembra che non possa venire nulla di buona. Questa Parola non risuona nel Tempio, dove tra l’altro, come viene detto nei versetti immediatamente precedenti, Zaccaria non l’aveva ascoltata, ma in una casa, presumibilmente umile, a una fanciulla insignificante. Questo brano in un certo senso sovverte anche dal punto di vista retorico gli schemi della storiografia classica.

Abitare la storia

Nello stesso tempo però questo annuncio non è idealistico o romantico, ma entra pienamente dentro la storia: è una Parola che spaventa per le conseguenze che potrebbe avere. Per Maria, essere disponibile alla proposta di Dio significa rischiare la vita, vuol dire esporsi alla possibilità di essere rifiutata, ripudiata e forse persino lapidata.

A differenza dei nostri lunghi processi di discernimento, Maria, nel momento in cui ha compreso che in gioco c’è il bene del suo popolo, quando ha intuito che quella Parola è una proposta di Dio, si fida anche se non tutto è chiaro. Quando infatti aspettiamo che tutto sia logicamente evidente per dare la nostra disponibilità, l’urgenza è probabilmente già passata. Per Maria non tutto è chiaro, ma si lascia avvolgere dall’ombra di Dio.

Le sorprese della storia

Dio trasforma la storia anche laddove sembra impossibile: Elisabetta, il cui nome richiama la promessa di Dio, è considerata sterile, come tutte quelle persone che sono considerate inutili o si sentono inutili perché non riescono a portare nessun frutto nella loro vita. Dio viene per loro, perché non c’è nessuna terra agli occhi di Dio che non possa diventare feconda.

Per Elisabetta è il sesto mese di gravidanza, Dio sta già operando silenziosamente nella storia. Quel sesto mese forse rimanda al sesto giorno della creazione, il giorno in cui viene creato Adamo. Ora, in quel sesto mese, viene creato in Maria il nuovo Adamo, Gesù, il Salvatore.

Viviamo in un momento in cui a volte può sembrare che Dio abbia smesso di operare nella storia, ci sembra di vivere in un tempo in cui gli umili sono messi da parte e gli ambiziosi prevalgono, la liturgia di oggi ci invita ancora una volta a credere che Dio sta già operando silenziosamente nella storia dell’umanità anche laddove sembra impossibile.

Leggersi dentro

  • Ti rivedi di più nella figura di Davide o in quella di Maria?
  • In che modo esprimi la tua disponibilità e la tua fiducia in Dio?

4 commenti

  1. Grazie, arriva in un momento di buio, aridità e smarrimento, mi aiuta ad attendere lo scoglio di luce che mi è stato già preparato. Maria C.

  2. Mi piacerebbe poter dire che mi rivedo nella figura di Maria, ma non è così!
    Mi sento più Davide con tutti i suoi errori ed i suoi peccati, ma anche con il suo grande amore per il Signore…. poi quando si ama si sbaglia anche… si pensa di fare una cosa buona , ma l’altro la vede in maniera opposta perché ha un diverso metro di misura, perché nutre per noi un amore smisuratamente più grande e ci meraviglierà sempre per quanto immeritatamente ci dona. Anche cosciente di questa asimmetria, di quante volte sbaglio, di quanto sia piccolo ed imperfetto il mio amore rispetto al suo, è bello sentirsi amati così e con fiducia abbandonarsi alle sue decisioni , accettare anche se non si comprende!

  3. Come sempre parole che raggiungono il cuore e aprono a nuovi scenari. Nulla è impossibile al Dio della nostra vita e della nostra storia. Grazie padre Gaetano.

  4. Sono sempre disponibile alle sue parole. Anche se in questi ultimi mesi i suoi messaggi mi preoccupano.
    Aspetta che noi cambiamo…e intanto muta il virus. Accidenti,

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