«Posso confessarti un dubbio?» disse Bianchina. «Non sono mica sicura che tu sia un vero prete».
«Cosa intendi per vero prete?»
«Un individuo noioso, che al posto del cervello ha Le Massime Eterne. Insomma un individuo come mio zio, il curato di Fossa, e come tanti altri».
«Hai ragione, io sono diversissimo da quel genere di preti» disse don Paolo. «La maggior differenza tra noi consiste forse nel fatto che essi credono in un Dio domiciliato sopra le nuvole, seduto sopra una poltrona dorata, e vecchissimo; mentre io sono persuaso che Egli è un ragazzo, veramente in gamba e sempre in giro per il mondo».
«Preferisco il tuo Dio», disse Bianchina ridendo. «Ma mi garantisci che il tuo, a sua volta, non invecchierà?»
Da I. Silone, Vino e pane, Mondadori, 2015, 165